giovedì 26 aprile 2012


Buona giornata!

Questo è un brano inedito tratto dalla prima stesura del Profeta Senza Nome. In fase di revisione, nella seconda stesura, non l’ho inserito perché ho ritenuto che rallentasse il ritmo della storia e non si sposasse più bene con il nuovo taglio che ho dato al romanzo. Suona molto racconto “zen”. Lo dedico a tutti voi.



Noname venne invitato a cena da un uomo saggio che praticava la Via dello Yoga.

«Maestro» Gli disse l'uomo «io pratico da oltre dieci anni due ore di asana ogni mattina e tutte le sere due ore di meditazione, eppure sovente mi affligge il pensiero che non sto approdando da nessuna parte»

«Il problema» rispose Noname È «Non è quanto pratichiamo ma come pratichiamo. Sono più efficaci cinque minuti in cui riusciamo ad essere veramente presenti a noi stessi, anche se in quel momento non siamo immersi in pratiche particolari, anche se stiamo stendendo il bucato o lavando l'automobile, che dieci ore delle pratiche più raffinate.»

«Hai qualche suggerimento da darmi?» Gli chiese lo yogi

«Sì, abbandona le tue pratiche di yoga»

La moglie dello yogi, che a differenza del marito non si era mai impegnata in nessuna disciplina e che in cuor suo non approvava tutto il tempo che questi dedicava ai i suoi esercizi, fu estremamente soddisfatta da quella  risposta e rivolse al marito uno sguardo vittorioso. Poi, si disse che sarebbe stato sciocco se anche lei non avesse approfittato della presenza di quell'uomo da molti considerato Il Nuovo Messia e non gli avesse chiesto consiglio.

«Hai qualche suggerimento anche per me?» Chiese la donna a Noname.

«Sì» rispose il Maestro «Comincia a praticare le asana dello yoga per due ore al giorno tutte le mattine e medita ogni sera per altre due ore, fallo tutti i giorni per almeno dodici mesi.»